L'Artista e la sua Arte
Giuseppe Puliserti
"Note biografiche"
Giuseppe Puliserti nasce, nel 1951, ad Albano Vercellese. Si accosta, giovanissimo (all’età di nove anni) e da autodidatta, all’arte, cimentandosi, dapprima, con il disegno a matita in bianco e nero, per passare, poi, sempre da autodidatta ma guidato dalla curiosità e dall’amore per la pittura, a quella che diverrà la sua tecnica prediletta: l’acquarello. Grazie al suo lavoro, ha l’opportunità di visitare i più importanti musei e gallerie d’arte del mondo. Viaggiando tra Cina, Russia e Sud America, lascia trafiggere il proprio animo dalle espressioni artistiche dei più grandi maestri di quelle Terre.
Dall’inizio degli anni ottanta e per circa un quindicennio, è stato responsabile di un centro culturale di Vercelli dove si è impegnato nella promozione della conoscenza dell’arte nella storia. A questa attività ha affiancato, grazie alla sua esperienza di grafico ed acquarellista, l’insegnamento in svariate scuole private della Lombardia.
Negli anni, ha esposto le sue opere in più di trecento mostre personali o collettive. Fino all’età di trent’anni, ha partecipato a concorsi di pittura, ottenendo numerosi riconoscimenti. Dette partecipazioni si sono interrotte quando l’artista ha raggiunto la consapevolezza che il vero “premio”, il riconoscimento più grande, è l’emozione che il pittore riesce a infondere in coloro i quali osservano le sue opere.
Le visitazioni in Oriente hanno accostato Puliserti al pensiero zen secondo il quale l’uomo è un essere pensante ma le sue grandi opere vengono compiute quando non calcola e non pensa. “Le mani ed i piedi dell’uomo sono i pennelli ed il mondo intero è la tela su cui dipingete la sua vita” (Doisetz T. Suzuki – introduzione a “Lo zen e il tiro con l’arco” di Eugen Herrigel - Adelphi editore).
La dottrina zen ha fatto accostare l’artista al tiro con l’arco (nella particolare disciplina del tiro con l’arco “storico”) che, al pari delle altre arti che vengono praticate in Oriente, non viene esercitato soltanto per colpire il bersaglio, ma perché la coscienza si accordi armoniosamente all’inconscio. Anche nel tiro con l’arco che, al pari della pittura, richiede tecnica ed interiorità, Puliserti ha raggiunto il primo posto su podi di livello internazionale.
La sua personalità, il suo amore, la sua forza travolgente hanno coinvolto, nella passione per l’arte ed il tiro con l’arco,
"La sua Arte"
Acqua, terra e fuoco. I tre elementi, fondamentali per la vita, si uniscono e riassumono l’espressione artistica del Puliserti.
I primi due (acqua e terra) sono, giocoforza, l’elemento base, la struttura vitale delle sue opere. Gli acquarelli nascono, appunto, dalla sapiente miscela di acqua e terra (intesa come elemento naturale) che l’artista impiega per la realizzazione dei suoi dipinti.
La maggior parte dei colori utilizzati, infatti, nasce, come nei secoli è stato per i più grandi pittori, dall’utilizzo di terre raccolte nelle zone più disparate. Detta caratteristica consente a Puliserti di creare risultati cromatici al di fuori delle tavolozze usuali. All’acqua ed alla terra si aggiunge, poi, non meno importante, il “fuoco” della passione che l’artista riesce a trasferire sulla carta dei suoi acquarelli in un profluvio di immagini che, immancabilmente, riescono ad emozionare l’osservatore delle sue opere.
I paesaggi che, molto spesso, vengono “composti” all’aria aperta sono in grado, grazie al sapiente utilizzo della sfumatura e del colore, di trasmettere, quasi con violenza (per la potenza espressiva da essi emanata),la suggestione degli eventi atmosferici e la forza della natura.
Nei suoi acquarelli, l’artista passa, con la semplicità della maestria, da paesaggi ispirati alle campagne dei luoghi in cui vive a paesaggi montani, marini o lacustri.
Ogni volta, le abili dissolvenze, i fantasiosi accostamenti di toni e la conseguente sublimazione cromatica riescono nel loro scopo.
Poche, sapienti, pennellate sono in grado di rendere evidente la lama tagliente di un raggio di sole sulla radura o la bruma mattutina sulle campagne o, ancora, l’accostamento di colori “caldi” e colori “freddi” sottolinea il contrasto tra la roccia delle montagne ed il placido verdeggiare dei pascoli e dei boschi sottostanti.
I paesaggi, senza presenza umana o animale, rappresentano, con i loro cromatismi, in maniera quasi trasfigurata, l’ambiente naturale e riescono a rendere un’immagine quasi onirica all’osservatore.